Polonaise

L’autore

Paul van Ostaijen (Anversa 1896 – Miavoye-Anthée, Namur, 1928) fu uno scrittore belga di lingua neerlandese. Attento agli sviluppi dell’avanguardia europea, esordì come poeta con la raccolta Music-Hall (1916), caratterizzata da un impegno formale che subito lo collocò tra i maggiori esponenti della nuova lirica fiamminga; nel volume successivo, Il segnale (1918), elaborò, sulla scia degli espressionisti tedeschi, una forte tematica sociale, per poi volgersi decisamente, con Città occupata (1921), ai modi del dadaismo. Notevoli anche le sue brevi prose narrative in chiave grottesca.

 

I testi

L’anversese Paul van Ostaijen (1896-1928) ci ha lasciato tre libri di poesie: Music-Hall (1916), Het sienjaal (Il segnale, 1918) e Bezette stad (Città occupata, 1921), ma le sue cose più felici sono le liriche successive, pubblicate postume lo stesso anno della morte in Gedichten. Non esente da un fascinoso dandysmo, Van Ostaijen è stato il maggiore esponente neerlandese della poesia e della prosa espressionista e dadaista, e ha un suo autorevole posto anche nel variegato mondo dell’avanguardismo letterario europeo del suo tempo.

Paul van Ostaijen

Polonaise

Cura e traduzione dal neerlandese 
di Giorgio Faggin

ISBN-13: 978887536482-3

2022

pp. 112

cm 15 x 20,5

€ 16,00

Canzone per me stesso

Signore, la mia barca è in mare.
Non ti domando la calma delle onde;
chi si lamenta non porta con sé
un pantano che infine lo ricopre?

La mia barca non rimarrà in rada
ad ascoltare la nenia del flusso e del riflusso
sotto la triste pioggia vittoriosa, sotto il pacifico sole:
la mia barca deve affrontare le tempeste del mare.

Ho fiducia nella barca ma le onde continuano a salire,
già sovrastano la prua, già sormontano la poppa.
Al ritorno della bonaccia, il relitto della mia barca
finirà sulla rada?

Con la mia barca devo entrare in mare.
Se troverò il ricco porto, nessuno sa; neppure le stelle.
Ma le onde non cessano di cantare: vieni con noi, con noi!
È la voce ammaliante di Loreley?

Sono un ragazzo ardito che nulla sa della linea
che separa la vita dalla morte.
Può, Signore, una barca perire
con solo il peso leggero della mia anima azzurra?

Ma se dovesse perire, Signore,
sarei forse peccatore?
No… no… Tutto mi canta: vieni anche tu in mare,
sulle onde di Cristo, sulle onde di Loreley.

* * *

Disgrazia

Calda e fumosa stalla
il signor libero docente K.
venuto da Breslavia ai freschi estivi
vuol vedere se mediante una lente convergente
riesce ad accendere il suo sigaro Uebersee Bismarck

A due metri dalla vetta
il suo cilindro è caduto nel burrone
indumento importante indispensabile per un libero docente
il signor K. lo sa bene
cerca di afferrare la tuba mentre sta scendendo
e precipita anche lui
dietro al suo cilindro
è diversa la resistenza dell’aria
così il signor K. arriva in fondo al burrone
nello stesso tempo della tuba
incolume la tuba            il libero docente riposa in pace

La bara del povero alpinista viene decorata
con edelweiss
il pesante velo funebre della moglie
viene risucchiato da un treno rapido
insieme con l’inconsolabile Superstite

Tragedia alpina i quotidiani

* * *

De profundis

Noi siamo la gente sconfitta
del sud delle terre basse sul mare
Il mare non è stato buono con noi
benchè le sue acque salate accarezzino
il nostro lito amaro
Talvolta sono buoni con noi una pianta
e degli animali
Intendo dire i cavalli
e i cani da pastore di Mechelen e Groenendaal
che oltre ai pittori portano la fama della Fiandra
al di là delle frontiere
Essi vedono in noi dei compagni
nella piena misura
delle busse subìte
Gli occhi dei cavalli la cui intensità
storna il pensiero del dolore
vedono la stella
che non ci accompagna
Attorno ai gerani che sulle finestre delle nostre fattorie
invocano Dio con voce di lacca rossa
palpita il silenzio e la fissità

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