La voce di lui

L’autore

Ggeorge William Russell è stato uno scrittore, poeta, pittore e mistico irlandese. Suo padre, figlio di un piccolo agricoltore, divenne un dipendente di Thomas Bell and Co, una prospera azienda di drappeggi di lino. La famiglia si trasferì a Dublino, dove suo padre ebbe una nuova offerta di lavoro, quando George aveva undici anni. Studiò alla Rathmines School e alla Metropolitan School of Art, dove strinse un’amicizia intensa, seppur controversa, con William Butler Yeats. La sua attività da scrittore cominciò nel 1894 quando esordì con il libro di poesie Homeward: Songs by the Way. Il volume ebbe un certo successo e collocò Russell in quello che era noto come Irish Literary Revival, dove Æ (pseudoinimo di Russell) incontrò il giovane James Joyce. Da quel momento, la sua casa a Dublino diventò un luogo di incontro per tutti coloro che erano interessati al futuro economico e artistico dell’Irlanda. Seguirono altre raccolte di poesie, tra cui The Nuts of Knowledge, The Divine Vision and Other Poems, Deirdre e Imaginations and Reveries, oltre all’ampia produzione saggistica, in cui vengono esposti nuovi ideali per una New Rural Society. Solamente nel 1922 Russell approdò alla prosa con The Interpreters; seguì nel 1933 il secondo e ultimo romanzo The AvatarsPoco prima della pubblicazione di quest’ultimo, Russell si trasferì in Inghilterra e, nonostante la salute precaria, continuò a tenere conferenze anche negli Stati Uniti. George William Russell morì di cancro a Bournemouth nel 1935. Il suo corpo fu riportato a Dublino per i funerali, al quale parteciparono numerose figure di spicco della vita pubblica irlandese.

 

I testi

Perdonami, Spirito del mio spirito, per questo, poiché ho trovato più facile leggere il mistero raccontato in lacrime e Ti ho capito meglio nel dolore che nella gioia; per questo, sebbene non lo volessi, ho fatto sembrare la via spinosa, e ho vagato per troppi sentieri secondari, immaginandomi in stati d’animo che non Ti trattenevano. Avrei dovuto separare il vero dal falso, ma non sono ancora morto a me stesso, a quell’Io che è nelle parole di questo libro. Il tempo è un rapido vagliatore, e lo farà rapidamente per me.
                                                                                                              A.E. [George William Russell]

George William Russell

La voce di lui                            Poesie scelte (1894-1904)

Con un testo di William Butler Yeats

Cura e traduzione dall’inglese 
di Arlindo Hank Toska

ISBN-13: 978887536491-5

2022

pp. 128

cm 15 x 20,5

€ 15,00

Il Dio ignoto

Lontano, nella penombra del crepuscolo, svolazzavano
Ali di falena di vapore e di fiamma:
Le luci danzavano sopra le montagne,
E stella dopo stella si avvicinavano.
Le luci si addensavano inascoltate,
Perché silenziosi e immobili eravamo noi;
I nostri cuori erano ubriachi di una bellezza
Che i nostri occhi non potevano vedere.

* * *

Riposo

Su di me a riposare, uccello mio, uccello mio:
I rami ondeggianti del mio cuore
Sono spinti da ogni vento verso
La casa da cui si dipartono le loro ali.
Non costruire il tuo nido, uccello mio, su di me;
Io non conosco pace, ma oscillo:
O adorabile uccello, sii libero, sii libero
Sulla musica selvaggia del giorno.
Ma quando le tue ali cercheranno riposo
E i venti giaceranno con notti tranquille:
Vieni, ti porterò petto contro petto,
E ti avvolgerò con amorevoli foglie.

* * *

La veste dell’anima

Ho compatito uno il cui vestito lacero
Era rattoppato e macchiato di polvere e di pioggia;
Mi sorrise; non potevo indovinare
L’ampio dominio dello spirito invisibile.
Disse: “La veste reale che indosso
Si snoda lungo tutti i campi di luce:
L’argento e il suo silenzioso blu vestono
Come gemme la polvere stellata della notte.
“Il soffio della gioia ondeggia senza sosta
Tra le sue pieghe illuminate dalle stelle,
E ben oltre la miseria della terra
Vivo e respiro la sua gioia”.

* * *

Quando

Quando verrà la mia ora
Che nessuna lacrima cada
E che nessuna oscurità aleggi
Intorno a me, dove io giaccio.
Lasciate che la vastità chiami
Colui che era il suo amante,
E che io respiri il cielo.
Dove la luce magnanima
Cammina per il mondo,
E quel suo passo silenzioso
Lascia le erbe luminose
E lascia i fiori srotolati,
Lasciate che io soffi ai morti
Una felice buonanotte.

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