I salici, i campi, l'acqua

L’autore

Nutrita da suoi viaggi e dalla letteratura scandinava, Augusta Peaux (1859-1944) sviluppa una forte attrazione per il paesaggio sconfinato e poco popolato dei Paesi nordici, in particolare per quello islandese, attrazione che si riscontra in molti dei suoi componimenti. Giunta a quarant’anni non condivide più la fede protestante dei suoi genitori e dei suoi avi, nei suoi versi c’è posto solo per le divinità precristiane e gli elementi naturali. Nelle sue liriche successive le persone si perdono nella natura, i cui luoghi sono tanto più belli quanto più desolati, e la guerra, nello specifico la prima guerra mondiale, deruba l’essere umano del suo paesaggio.

I testi

 
 

Passaggio

 

La lucente coltre di neve rattiene un breve istante

dello sfuggente bagliore di luce in ritirata,

irradiata in un giallo fulgore, che smorto rifulge

e insieme all’impallidito bagliore sulla neve

svanisce la vita della luce che si scinde.

Alta sopra nubi silenti, la luna guarda fissa

– una straniera nel paesaggio ad essa strano

e non così conosciuto – in basso inerte,

con fioco sguardo smarrito come se non vedesse

farsi più fondo il crepuscolo che toglie la vita

alla luce indugiante, in essa si risveglia la vita,

e lentamente dalla crescente oscurità disegna

essa stessa un paesaggio, di sua fantasia,

la sua fredda creazione, che fulgente la saluta.

 

* * *

 

Del campo

 

Sul campo maturo annuisce il papavero

lo slanciato convolvolo,

un sogno di sole, senza ombra,

pende sopra il tiglio in fiore.

Caldo mi bacia il sole, senza ombra

e fresco il tiglio in fiore,

cancello sulla sabbia, spensierata,

il passo che non riesco a trovare.

Ed ora, sono contenta o sono adirata

per il sole e il fiore e il tiglio?

Oh, nessuno rima del tutto impunito

con sole, rosa e convolvolo.

 

* * *

 

Sera in Islanda a Reykjavik

 

II

Così candida vedete la sera,

così blu del blu del mare,

della nebbia lungo i monti,

qualche battello alla fonda.

Niente è torpido, niente è greve,

benché il tempo fili le ore,

ma l’ora della sera ha occhi svegli

come gli occhi di un bambino.

La landa è fuori dal tempo 

– né giorno né anno né secolo – 

i monti lontani con il loro contorno

di neve lontana, lucente,

tutto è nell’incanto della stessa luce,

così fresca, così liscia, così chiara,

come un volto giovane e candido

guarda da sotto capelli biondi.

Augusta Peaux

I salici, i campi, l’acqua

Cura e traduzione dal neerlandese di Patrizia Filia

ISBN-13: 978887536479-3

2022

pp. 174

cm 15 x 20,5

€ 16,00

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